Ricerca sullo Smart Working: leggi gli insights!
Lo scorso 15 novembre, durante il Convegno “Smart Working sfida e opportunità per le imprese di spedizioni internazionali”, sono stati presentati i risultati della ricerca che Fedespedi ha condotto insieme a numerose aziende associate. Fra i relatori hanno portato il loro contributo Fiorella Crespi e Mariano Corso del Politecnico di Milano, Fabio Bocchi di Odm Consulting, Francesco Baroni Ad GiGroup.
Secondo il dato dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, lo Smart Working è attivo nel 91% delle Grandi Imprese e nel 48% delle PMI. Fra le aziende associate a Fedespedi il dato è tutto sommato in linea: fra le Grandi Imprese con oltre 250 dipendenti la % si attesta all’ 86%, nelle PMI è al 49% e nelle Microimprese la percentuale è al 24%.
Un’azienda su 3 ha implementato o intende attivare iniziative strutturate: il 61,2% delle Grandi Imprese, il 29,5% delle PMI e il 18 % delle Microimprese.
La forma preferita dai soci Fedespedi è quella ibrida, scelta complessivamente dal 75% delle aziende. Considerando le Grandi Imprese (>250 dipendenti) la media è di circa 2 gg la settimana ed è in linea con il benchmark rilevato dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano (nelle Grandi Imprese sono previsti in media 9,5 giorni al mese da remoto (circa 2 gg la settimana).
Circa il 58% delle aziende con iniziative strutturate ha più del 50% di personale eleggibile (blu collar esclusi).
Il 29,63% delle aziende in Fedespedi applica iniziative in tutte le funzioni aziendali. Le funzioni indicate maggiormente sono state: Operations, Staff, Sales e Customer Service.
Le maggiori criticità percepite sono la riduzione della collaborazione fra colleghi (62%), il rischio di “iperconnessione” e “tecnostress” delle persone (40%) e la riduzione del senso di appartenenza (32%).
Fra i benefici ottenuti spiccano: il miglioramento del work life balance (2 aziende su tre), il miglioramento della motivazione e del clima aziendale (44%) ed un aumento della responsabilizzazione delle persone (37% delle aziende).
Fra le azioni a sostegno dell’implementazione dello Smart Working spicca al primo posto la “fornitura di dotazione tecnologiche” indicata dal 81% delle aziende. Viceversa, solo il 13% delle aziende ha optato per “La formazione manageriale” e l’11% ha realizzato “iniziative per aumentare le competenze digitali delle persone”.
Il 40% delle imprese non ha fatto praticamente nulla per sostenere i lavoratori. Circa il 26% ha lavorato sull’identità e sul senso di appartenenza. Il 22% ha adottato delle policy a favore della disconnessione, il 18% ha realizzato iniziative per il benessere psico-fisico delle persone.
Infine, le principali ragioni che impediscono l’adozione dello Smart Working sono sostanzialmente tre:
- l’organizzazione del lavoro che richiede il personale in presenza che è indicata da circa il 62% delle imprese.
- la possibilità di applicarlo ad una fetta esigua della popolazione aziendale (40% delle aziende)
- il management/proprietà preferisce lavorare in presenza (37% delle imprese).